Ciao a tutti siamo rientrati al campo base dal campo 2.
Intanto volevo fare gli auguri di compleanno a mia sorella Francesca e al mitico Pier Paolo,
AUGURI DIRETTAMENTE DAL LHOTSE....
La giornata di ieri è iniziata con una levataccia.. Abituati al riposo alzarci alle 3:15 è stata dura. Descrivere quello che abbiamo visto ed affrontato non sarà una cosa semplice e probabilmente non riuscirò a farvi provare le emozioni, i sentimenti, le paure che noi abbiamo provato, però farò un tentativo...
Iniziato a camminare ci siamo ritrovati, praticamente subito, a contatto con tutte queste infinite montagne di ghiaccio da dover arrampicare, raggirare, trovare la strada meno complicata, saltare i crepacci meno aperti ed attraversare su scalette precarie di alluminio altri più grossi.
Non è stata una risalita particolarmente facile, a differenza degli scorsi monti, che l'attraversamento dei seracchi era in piano, qui l'ice fall si sviluppa per circa 3 km ed è tutto in salita facendo un dislivello di circa 800 mt.
Con l'arrivo delle prime luci il paesaggio intorno a noi si è trasformato nel paradiso che ogni alpinista vorrebbe: infinite distese di ghiaccio e tanta neve.
Un paradiso però sempre da temere ed essere sempre concentrati ad ogni passo da fare perché è sempre molto facile commettere un errore.
Alzare gli occhi dalla via e vedere questi immensi palazzi di ghiaccio, dalle forme più svariate, tenuti in piedi da invisibili funi immaginarie, ti fanno rendere conto di quanto piccoli si è su questa terra.
Poi ritrovarsi sospesi su una scaletta di alluminio, da dover attraversare con i ramponi ai piedi, con l'unico sostegno, per tenerti in equilibrio, formato da due corde, non rigide, legate con due picchetti ad i due estremi, cercando di non guardare in basso, ( ma alla fine ne sei costretto perché devi vedere dove mettere i piedi ), ti fa capire quanto facile potrebbe essere commettere un errore.?
Tante sono le domande che ti passano per la testa in quel momento, ma la scarica di adrenalina che ti piomba addosso e la voglia di proseguire, ti fanno alzare la gamba e appoggiare il piede nello scalino successivo e così fino al raggiungimento della sponda opposta.
Man mano che si sale queste fasce di ghiaccio diventano sempre più grandi e più stabili fino ad arrivare al campo 1 posto proprio sopra ad una di queste.
Arrivati lì, siamo subito andati alla ricerca di ghiaccio ( perché a differenza della neve contiene maggior quantità d'acqua nello stesso volume occupato ) e abbiamo iniziato a scioglierlo per poterci preparare un tè caldo, un risotto ai funghi e la mitica pasta e fagioli della knorr.
Il resto della giornata lo abbiamo trascorso tra un pisolino e due chiacchiere fino al duro risveglio alle 6:00 di mattina da parte del nostro amico Pema che, con un bel tè caldo, ci invitava ad alzarci per andare al campo 2.
Uscire dal sacco a pelo è risultato molto difficile: fuori c'era freddo ed a ogni piccolo movimento la condensa dei nostri respiri, trasformata in ghiaccio su tutte le pareti della tenda, ci piombava addosso come lame taglienti.
Il tragitto fino al campo 2 non è nulla di impegnativo, però ti si apre davanti una vista da toglierti il fiato ( quel poco che ti rimane ): il Lhotse in tutto il suo splendore ti accompagna per tutto il cammino, poi, a metà strada compare il colle sud ed infine il maestoso re delle montagne, l'Everest ti porge il suo saluto.
Arrivati ai suoi piedi, in questo splendido anfiteatro, ti puoi solo chiedere se ne sei veramente degno di poterlo scalare e se Lui te ne darà il permesso.
Dal campo 2 poi siamo scesi direttamente al campo base dove un buon piatto caldo ed una coca cola ci stavano attendendo.
È anche vero, ed è una cosa che ci teniamo particolarmente a sottolineare, che se noi riusciamo a salire così "velocemente" quell'immenso ghiacciaio, è grazie a tutte quelle persone, gli Sherpa, che tutti i giorni continuano a ripercorrere la via per controllare e sistemare tutte quelle corde o scale, da loro posizionate, che durante la notte o durante il giorno, si sono rotte, scomparse o rese poco sicure dal continuo movimento del ghiacciaio.
GRAZIE!!!!!!
Adesso ci aspettano due o tre giorni di riposo prima ti tornare a risalire.
Un grosso saluto a voi
CIAO